Batterie AAAA super economiche (0.30€ l’una) – DIY

Ho passato parecchio tempo alla ricerca delle batterie AAAA più economiche per l’uso in un pennino Dell Active Stylus 750-AAHC che adopero in abbinata al mio HP Pavilion 10 x2 per prendere appunti. La soluzione che vi descrivo è di gran lunga la più economica, ma non adatta ai deboli di cuore; per onor di cronaca, è ispirata a questa guida.

DISCLAIMER: La seguente guida ha solo scopo illustrativo. Questo blog e i suoi autori non sono da ritenersi responsabili per eventuali incidenti e danni a persone o cose derivanti dall’operato di un lettore.

Materiale necessario:

  • Pila alcalina 9V (ATTENZIONE! NON TUTTE SONO COMPATIBILI, più avanti vi spiego il motivo).
  • Cutter e pinza a becchi stretti
  • Saldatore (>=50W, anche a temperatura non regolabile – non è un lavoro di fino – purché con una punta non enorme), stagno e flussante per elettronica, terza mano (non fondamentale ma consigliata)

La costruzione delle batterie a 9V prevede che si impieghino 6 celle poste in serie per raggiungere la tensione desiderata. Nel caso della maggior parte delle batterie zinco-carbone (le cosiddette “Heavy Duty”), normalmente vengono impiegate sei celle rettangolari letteralmente impilate all’interno della batteria 9V. Anche alcune celle alcaline adottano la stessa tecnica costruttiva (è il caso di una Verbatim che avevo comprato su Amazon un po’ di tempo fa). Le pile ricaricabili solitamente adoperano 7 celle da 1.2V per raggiungere gli 8.4V, ma tali celle sono solitamente tozze e larghe, ben diverse dalle AAAA. Tutte queste categorie non sono adatte al nostro scopo.

La cosa interessante ed utile a noi è che invece altre batterie (la guida a cui ho linkato fa riferimento ad alcune Duracell, Energizer ed altre marche) al loro interno impegano 6 celle molto simili alle AAAA: le dimensioni sono le medesime, ma non hanno la sporgenza sul polo positivo, ed in più le polarità sono invertite (il case esterno è il contatto positivo, mentre la parte circolare piccola circondata dall’isolante nero è il polo negativo).

Il caso della pila Kennex che ho usato io per questo articolo è particolarmente favorevole, per varie ragioni:

  • costa pochissimo (1.79€ all’Ipercoop) che si traduce in un costo minuscolo per la singola cella AAAA
  • ha il case esterno in plastica (che è più semplice da aprire rispetto a quello in metallo usato dalle batterie di marca)
  • le singole celle sono già ricoperte da un sottile strato di plastica isolante su cui sono addirittura riportate le polarità!

Ovviamente lo svantaggio è che la durata sarà indubbiamente inferiore alle pile di marca, ma dato che lo stilo in sé non consuma poi molto, con 1.79€ saremo in grado di scrivere per qualche mese.

Consiglio di iniziare rimuovendo l’etichetta, e poi con il cutter tagliare la “base” della batteria (la parte opposta ai contatti), tenendosi lontani dal centro della stessa per evitare di cortocircuitare le batterie (la resistenza interna è tale che un cortocircuito probabilmente non causerebbe un pericolo imminente, però le batterie sarebbero da buttare). Una volta rimossa la base, è sufficiente praticare un taglio verticale e la plastica verrà via senza troppi problemi (la giunzione con la parte dove si trovano i contatti è molto debole).

Per separare le pile è letteralmente sufficiente strapparle con forza, dato che la saldatura è piuttosto debole, e basta tenere la batteria con una mano e la piattina metallica in una pinza con l’altra mano, e tirare. Nota: non buttate la parte dei contatti, perché basta saldare un paio di fili per ottenere un connettore per batterie 9V da utilizzare nei vostri esperimenti!

A questo punto la cella è probabilmente già utilizzabile in alcuni dispositivi che richiedono una AAAA, ma nel caso dello stylus Dell, è necessario che la pila abbia la parte positiva sporgente per fare correttamente contatto, perciò dobbiamo accendere il saldatore.

Ho messo le pile nelle pinze a coccodrillo della terza mano, usando dei pezzetti di carta per evitare di rovinare il sottile isolamento delle pile. Ho applicato del flussante generico a base di resina (sconsiglio quelli a base acida perché possono causare l’arrugginimento delle pile nel medio/lungo periodo) per facilitare la presa dello stagno sulla superficie della pila. Il saldatore deve essere ben caldo e bisognerà fare molto in fretta perché il calore rovina l’isolante e potrebbe anche danneggiare la pila internamente. La saldatura di una singola batteria non dovrebbe richiedere più di dieci secondi.

Ottenere una forma della saldatura piramidale non è immediato, richiede un po’ di esperienza ed il successo dipende molto dal tipo di stagno impiegato e dalla temperatura del saldatore, ma è possibile. Non è fondamentale che il risultato sia bello: basta che funzioni (vedansi i miei risultati).

Nel mio caso, la percentuale di successo è stata del 100% al primo tentativo, ma dato che l’attuale costo di 4 pile AAAA su Amazon si aggira sui 4.99€ (verificate pure qui) e che qui ne otterrete 6 (che data la scarsa qualità saranno realisticamente equivalenti a 4) con 1.79€ in dieci minuti, direi che la convenienza ci sarebbe anche se il vostro primo tentativo andasse peggio.

Un consiglio: conservate le pile inutilizzate in frigorifero in un sacchetto gelo o simili, perché al freddo il tasso di autoscarica si riduce.

Fatemi sapere se anche voi avrete successo seguendo questa guida, e se siete riusciti con successo con pile di altre marche che non ho nominato!

2 comments

  1. Ciao! Ho lo stesso pennino Dell e mi chiedevo se è possibile usare un altro modo meno “professionale” per creare la sporgenza sul polo positivo, dato che purtroppo non ho né saldatore né flussante :(. Comunque ottimo consiglio, queste batterie sono introvabili nei negozi e anche online costicchiano!

    1. Ciao, potresti usare un piccolissimo magnete al neodimio, magari si può recuperare da un vecchio paio di auricolari che non funzionano più (basta spaccarli con una pizza e recuperare il magnete) oppure anche facendo una pallina minuscola di carta stagnola, però il posizionamento potrebbe essere un po’ rognoso.

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